Piano di Protezione Civile

Il Piano di Protezione Civile è l’insieme delle procedure operative di intervento per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa in un determinato territorio.

Emergenze sociali

Per bisogni e necessità di carattere sociale sono a disposizione l'Ufficio, il Consigliere con delega alle politiche giovanili e il Sindaco. I recapiti sono i seguenti [...]

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Fossato

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Fossato è una piccola frazione di Rodigo, da cui dista un paio di chilometri, ed è costituito da un agglomerato di poche case e corti, con la chiesetta, a ridosso di un crocicchio. Probabilmente nel tardo medioevo, quando Rodigo era difesa da un castello, le fortificazioni e i fossati avevano inizio già in questo posto, che da essi prese poi il nome.

Oggi chi arriva a Fossato proveniente da Rodigo trova la casa della famiglia Nievo sulla propria destra: essendo cinta da un muro la palazzina può non essere immediatamente visibile, ma un cartello ne segnala la presenza. I Nievo acquistarono nel 1756 dal marchese Carlo Capilupi la corte di Fossato, con oltre 300 biolche mantovane di terra, per la spesa complessiva di 110.000 lire in moneta di Mantova. L’interno abitativo della corte Capilupi in quel tempo era descritto sull’atto di vendita come un tipico caseggiato rurale mantovano: "casa ….murata, coppata, solerata, che consiste in un andito, camere inferiori e superiori, e forno, stalla da bovi, con portico davanti, fienili sopra, tinazzara, e cantina dietro, e camerelle per rustici, con porcilaie, qual fabbrica si ritrova in pessimo stato".

Era di proprietà di Alessandro Nievo, nonno di Ippolito, quando alla fine del Settecento, primi Ottocento, venne completamente ristrutturata. Alla fine del 1800 la corte di Fossato fu acquistata dalla famiglia Cremona, gli attuali proprietari, che a quel tempo erano i fittavoli dei Nievo. Attualmente la villa centrale, pur mostrando evidenti segni del tempo, si presenta ben conservata. Una casa padronale, a forma quadrata compatta, con l’entrata centrale adornata da colonne che danno alla facciata un aspetto signorile. Ampie sono le finestre con inferriate in ferro battuto. Un ampio giardino la separa dalla stalla con fienile e dalla casa dei famigli.

Al suo interno un lungo corridoio porta in un ampio salone con camino. Alle pareti alcuni affreschi, caratteristici del primo ottocento, sono ancora ben conservati. Alcuni mobili sono quelli della famiglia Nievo: così asseriscono gli attuali proprietari. Sulla casa di Fossato di Ippolito Nievo sono in corso studi e ricerche che, a detta degli esperti, forniranno riscontri importanti. Il soggiorno del Nievo a Fossato risale agli anni che vanno dal 1855 al 1861, gli anni più tormentati della sua vita letteraria e patriottica. Nel 1860 Ippolito divenne cittadino di Rodigo. Il 15 marzo 1860, infatti, mentre si trovava a Milano, Ippolito scrisse una lettera alla madre, Adele Marin, in cui la invitava: "Ti pregherei di farmi iscrivere all’anagrafe di Rodigo per ottenere così il passaporto italiano; non sono iscritto in alcun luogo della terra, o qui o là, ho il diritto di esserlo".

Rodigo era da pochissimo territorio italiano libero, mentre Mantova doveva purtroppo rimanere, a seguito delle condizioni di Villafranca, ancora sotto l’Austria. Solo a Rodigo dunque, meta dei suoi soggiorni e centro degli interessi di famiglia, poteva il Nievo rivolgere tale istanza. Nel corso di questi brevi ma intensi soggiorni, il Nievo ebbe l’opportunità di scrivere: "Gli Amori Garibaldini; "Venezia e la libertà d’Italia"; "Rivoluzione Nazionale, Rivoluzione Politica"; e l’ultima parte delle "Confessioni di un italiano". Gli affreschi nel tinello di Villa Nievo a Fossato sono opera del pittore veronese Giuseppe Canella che li realizzò fra il 1811 e il 1815, epoca in cui è documentata la sua presenza nel Mantovano.

Per i due grandi paesaggi egli prese ispirazione da Borghetto sul Mincio, frazione di Valeggio, paesino inserito in un ambiente verdissimo e di straordinario incanto, famoso per i vecchi mulini e per il ponte visconteo, messo a guardia della valle morenica. Nel paesaggio dipinto da Canella si conservano colore e forma delle case di Borghetto che si specchiano nel lento scorrere del Mincio, gli sfondi arborei sfumati nei toni dell'azzurro e un senso di preziosa ed operosa solitudine. Una straordinaria somiglianza si riscontra nel numero e nella forma della finestre, nei tetti spioventi, nella vecchia torre appartata nel verde. E' possibile che Giuseppe Canella abbia soggiornato a Borghetto che non è lontano dalla sua Verona.

Supporto vittime di reato

1522 Numero Anti Violenza e StalkingRete Dafne Mantova

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